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La mia mamma mi ha detto di no!

Osservando un gruppo di genitori al parco insieme ai propri figli vi accorgerete che ogni bambino o bambina riceverà divieti e spiegazioni assolutamente diverse.

C’è chi impedirà al proprio figlio di salire lo scivolo al contrario, chi dirà che non si mettono i piedi nel fango, chi dirà che non si rubano i giochi degli altri. Qualcuno dirà che il cellulare non è un gioco per bambini, altri invece non avranno problemi a farglielo utilizzare.

Vi siete accorti che ogni famiglia ha i propri divieti? E che le norme non scritte con le quali tracciamo i confini circa i comportamenti dei nostri figli sono influenzate dalla nostra cultura di provenienza, dal nostro carattere e dall’educazione che noi stessi abbiamo ricevuto?

Immaginiamo che la crescita di ogni bambino e bambina sia un viaggio assolutamente personale e irripetibile, zaino in spalla, alla scoperta del mondo. Non dimentichiamoci, però, che la mappa che indichi loro la strada, che li metta in guardia dai pericoli così come gli mostri i tesori nascosti ancora non la possiedono, o almeno non del tutto.

La mappa, in attesa che arrivi nelle loro mani una volta cresciuti, è custodita dagli adulti che si prendono cura di loro. Ciascun genitore avrà creato la propria, che sarà un collage di quella ricevuta a sua volta durante la crescita, delle influenze del paese in cui vive e degli stili educativi che ha scelto per i propri figli.

E quando sentiremo un adulto dir loro di “no”, sapremo che in quel momento in realtà sta dicendo: “guarda figlio mio che stai sbagliano strada, se andrai di là ti perderai”.

A partire dalle prime esplorazioni del mondo, dai primi viaggi che i bambini sperimentano in autonomia, essi amano condividere con gli adulti le proprie scoperte e nel farlo chiedono continuamente quali sono i propri confini in relazione al mondo esterno.       
Come fanno a chiederlo se ancora non parlano? Lo fanno attraverso i cosiddetti comportamenti domanda, di cui ogni genitore potrebbe fare un elenco interminabile: dallo srotolare un intero rotolo di carta igienica sotto gli occhi di mamma e papà, a buttare il bicchiere dal seggiolone un’infinità di volte per poi guardare immancabilmente negli occhi il genitore. Tutti questi comportamenti che di solito vediamo più spesso dagli uno ai tre anni, non sono altro che domande: “se faccio questa cosa tu cosa fai?” “ok, se la faccio una volta fai così, ma se la faccio dieci volte?” Sono domande che i bambini fanno agli adulti per orientarsi nel mondo e nella realtà che li

circonda, per tracciare i propri confini in relazione agli adulti e agli altri bambini. Quanto più i bambini metteranno in atto questi comportamenti, tanto più sapremo che ci stanno chiedendo informazioni, sulla nostra posizione in relazione alla loro crescente autonomia, per esempio, oppure su come si strutturano le interazioni fra pari. In altre parole ci stanno dicendo: “mamma, tira fuori la mappa che non so dove andare!”.

Per questi motivi, ovviamente con tutte le variabilità che intercorrono da famiglia a famiglia e che fanno parte dell’estrema ricchezza che solo le differenze possono regalarci, è assolutamente fondamentale che all’interno di ogni famiglia e possibilmente anche fra famiglia e scuola le indicazioni che gli adulti forniscono circa la mappa siano condivise e non contraddittorie. Questo perché quando un bambino o una bambina riceverà risposte non coerenti, si sentirà perso e chiederà  ancora e ancora.

Non solo: sappiamo anche che fornire continuamente indicazioni circa la mappa può essere faticoso ed estenuante. Una sola indicazione il più delle volte non sarà sufficiente, e difficilmente il bambino o la bambina che aprirà l’acqua del bagno e guardandoti con faccia interrogativa si accontenterà di un solo no.

Non dimentichiamoci, tuttavia, che come adulti abbiamo la responsabilità di indicar loro la strada,  seppur talvolta stanchi o addirittura esausti, ciascuno seguendo la propria mappa, non foss’altro perché ogni bambino ha diritto di non perdersi.

Se sei in difficoltà con la mappa che stai usando con i tuoi figli, se pensi che le strategie che metti in atto per indicar loro la strada non siano del tutto efficaci, possiamo ritrovare insieme la rotta attraverso una consulenza pedagogica.